Addio a Ettore Scola, maestro italiano del cinema



Protagonista, prima come sceneggiatore e poi da regista, di alcune delle più belle pagine del cinema italiano, Ettore Scola è nato a Trevico (Avellino) il 10 maggio 1931. Comincia la carriera giornalistica collaborando con la rivista umoristica "Marc'Aurelio" mentre frequenta Giurisprudenza a Roma. Poi dalla metà degli anni '50 comincia a scrivere sceneggiature collaborando con Age e Scarpelli, per film come Un americano a Roma (1954), La grande Guerra (1959) e Crimen (1960). L’esordio alla regia è nel 1964 con il film Se permette parliamo di donne con Vittorio Gassman, che insieme a Nino Manfredi e Marcello Mastroianni, sarà uno degli attori preferiti da Scola.  Con Il commissario Pepe (1969) e Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca (1970) Scola entra nel decennio più importante della sua carriera. Nel 1974 dirige C'eravamo tanto amati, film che ripercorre un trentennio di storia italiana dal 1945 al 1975 attraverso le vicende di tre amici interpretati da Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefano Satta Flores, tutti innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli). Il film è il capolavoro che lo consacra definitivamente tra I grandi del cinema italiano regalandogli anche la fama internazionale. Seguono altri titoli imprescindibili quali Brutti, sporchi e cattivi (1976) e Una giornata particolare (1977) con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, forse la pellicola di Scola più acclamata anche all’estero. Nel 1980 il regista gira La terrazza, amaro bilancio di un gruppo di intellettuali di sinistra in crisi. Emblema degli anni ’80 di Scola è il film La famiglia (1987), commedia che ripercorre 80 anni di storia (1906-1986) con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant.
Con il film narrativo 'Concorrenza sleale' ambientato durante il Fascismo e il documentario dedicato a Roma, Ettore Scola ha concluso la sua carriera cinematografica.
Ettore Scola è sposato con la sceneggiatrice e regista Gigliola Scola. Ha fatto parte del governo ombra del PCI nel 1989 con delega ai Beni Culturali.

Le sue figlie Silvia e Paolo Scola hanno scritto un documentario per raccontare il padre.

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