Museo del cinema di Torino, incontro con un regista Torinese.



L'estate scorsa, è venuto a Briançon Luca Toselli, professore di italiano e di cinema a Torino.

Il "Cameleonte poliglotta" l'ha intervistato per la sua contribuzione al museo del cinema di Torino che è cosi' vicino alle nostre montagne delle Hautes-Alpes :

Intervista con Luca Toselli a Briançon in Luglio 2013


È vero che Lei ha fatto tutti i montaggi video del Museo del Cinema della Mole Antonelliana?
Sì, sono l’autore di tutti i montaggi video presenti al Museo e più o meno in quel periodo ho incominciato a dormire male di notte!

Perché corrisponde a un periodo di notti bianche?
Mi fu subito chiaro che si trattava in gran parte di una “mission impossible”, ma come rifiutare? Avrei lavorato nel più importante monumento della mia città, ritornando professionalmente a Torino dopo 10 anni milanesi e con un incarico molto adatto a me, tra la ricerca e la regia.

Quindi ha accettato? E che cosa ha fatto precisamente?
Sì, ho accettato e mi sono occupato di tutta la parte video, non solo quella registica, ma anche quella produttiva. Ho diretto un team di lavoro di circa 10-15 persone. Ho visto circa 700 film, di cui 200 sono ora presenti nel montaggio finale nel Museo per un totale di più di 4 ore di visione.

Come ha vissuto quell’esperienza?
È stato un lavoro entusiasmante, ma anche ansioso.
Avevo innumerevoli problemi produttivi, di cui due erano certamente cruciali: il formato di provenienza dei film e la questione diritti. Infatti i film erano disponibili il più delle volte in pellicola spesso di pessima qualità o in VHS (il peggio del peggio come definizione d’immagine), mentre noi volevamo/dovevamo lavorare su standard più alti (Betacam).
Nel 1999, l’anno della produzione, pochissimi dei film che cercavamo erano disponibilini DVD (non più del 10%), ma pensavo che al grande pubblico interessasse soprattutto il contenuto, e poi in un secondo tempo i problemi legati alla definizione d’immagine. Ho continuato quindi, non poche volte in grande solitudine, a mandare avanti la produzione contro tutti quelli che volevano che la interrompessi, pregiudicando così l’apertura del Museo.

Come avete gestito i diritti d’autore?
Questo era l’altra grande questione del progetto.
Abbiamo fatto valere un diritto di citazione in cui molti esperti non credevano. Se il giorno dell’apertura tutte le case di produzione avessero incominciato a richiedere le royalties sui film presenti, avremmo chiuso pochi giorni dopo. Anche su questo fronte la responsabilità delle scelte fu condivisa da pochissimi.

La Mole Antonelliana le pareva adattata per ospitare un Museo di Cinema?
Alcuni cinefili la credevano inadattata. Avrebbero preferito una struttura ad hoc. Io però ho sempre pensato che “ibridare” sia una sfida dei nostri tempi: far vivere il vecchio con il nuovo, e viceversa.

Quando fu inagurato il Museo?
Nonostante tutto fu inaugurato il 20 luglio del 2000.
Da allora nessuno spettatore ha mai protestato per la definizione d’immagine (peraltro completamente rifatta, finalmente con i DVD, nel restyling per le Olimpiadi invernali di Torino 2006, di cui sono ancora io l’autore); nessun avente diritto ha mai avanzato pretese di royalties, anzi sono orgogliosi di essere presenti al Museo con i propri film.

Cosa pensa ora, a distanza di anni, di quella sua realizzazione?
Il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana è stato un notevole successo e richiama sempre più visitatori da tutto il mondo.
Io sono soddisfatto.


Luca Toselli (25/07/2013)